La famiglia-impresa: opportunità da cogliere

La famiglia-impresa: opportunità da cogliere

La famiglia-impresa: una opportunità strategica Italiana, da arricchire con competenze manageriali professionali.

di Adriano Simonetti (6 minuti interessanti)

L’Italia: grande paese di manifatture

L’Italia è il secondo paese manifatturiero d’Europa ed uno dei primi al mondo. Sappiamo che questo risultato lo si deve, in gran parte, al nostro tessuto industriale fatto al 90% di PMI.

Ma oggi mantenere questa posizione di vantaggio, con tassi di sviluppo in linea con le altre nazioni, sia europee che d’oltre oceano, sia ad ovest che ad est, è molto complesso.

È spesso un facile alibi pensare che i vincoli derivino dalla struttura pubblica, dalla burocrazia o dalla fortuna: in realtà il nostro sistema industriale difetta di propensione al cambiamento e all’innovazione e soprattutto di metodo con cui affrontare e gestire l’incertezza, denominatore comune di tutti gli scenari odierni.

Forza e debolezza della famiglia-impresa

Le PMI del nostro paese sono, per la maggior parte, a conduzione familiare e organizzate secondo gli stessi concetti che stanno alla base del nucleo familiare; quindi, oltre a presentare un profilo sociale che ripercorre i tipici rapporti familiari, le famiglie-impresa hanno alcuni caratteristici punti di forza e di debolezza.

Proviamo a riassumerli.

  • Punti di forza
    • Intuizione imprenditoriale
    • Rapidità e flessibilità decisionale
    • Senso di appartenenza e fidelizzazione dei collaboratori all’azienda
    • Valori etici e morali tipici della famiglia che pone sempre in primo piano la persona
    • Dedizione a qualità del prodotto e richieste dei clienti
  • Punti di debolezza
    • Idea di unicità e diversità dell’azienda che non ha bisogno di confrontarsi con l’esterno per prevenire ed evitare crisi
    • Tendenza ad accentrare tutto sulla figura imprenditoriale
    • Organizzazione destrutturata e assegnazione di ruoli e compiti basata su fiducia personale e disponibilità, piuttosto che su competenze reali
    • Centralità del prodotto rispetto a processi organizzativi, informativi e di conoscenza/presenza/monitoraggio del mercato
    • Prevalenza della quotidianità rispetto a metodo e pianificazione
    • Elevata resistenza al cambiamento ed all’introduzione di strumenti manageriali

In questo quadro si vedono già i rischi che una PMI familiare corre: anche se tutto è fatto con diligenza, passione e competenza, quando cambiano alcune condizioni ambientali (mercato, clienti, normative, lavoro etc.) la famiglia-impresa rischia di trovarsi impreparata e, magari, impotente a prevenire e gestire conseguenze anche gravi (i.e.: calo di fatturato, azzeramento delle marginalità, ingresso di nuovi concorrenti, …).

Come ridurre i rischi

In realtà questi rischi, se previsti, valutati e gestiti, possono diventare opportunità concrete di innovazione e di vantaggio competitivo, per generare sviluppo e profitto consolidato.  Ma servono competenze manageriali e tecniche di analisi che permettano di rivedere, costantemente, il proprio modo di fare impresa.

In pratica partendo dai propri punti di forza, dalla propria storia e dalle proprie relazioni, la famiglia-impresa deve considerare ogni giorno come un nuovo punto di partenza, riverificando, attraverso strumenti e tecniche manageriali, il proprio modello d’affari (i.e.: quali prodotti sono richiesti, come li vendo, come li produco e con quali risorse). Così facendo, la famiglia-impresa può anticipare e gestire meglio le incertezze tipiche degli scenari e acquisire vantaggi sui propri concorrenti, se non addirittura creare o scoprire nuovi mercati.

Banale e scontato, vero? In realtà la differenza sta nel fare bene le cose giuste e, come detto da Peter Drucker (Economista – N/York Business School), “..nell’evitare di fare in modo efficiente quello che non serve.

Il vantaggio della competenza manageriale è proprio quello di individuare le cose giuste, separarle da quelle che non servono e metterle in ordine di priorità, allineando tutta l’azienda su obiettivi conosciuti, chiari e condivisi.

L’imprenditore che vuole il bene della sua famiglia-impresa deve introdurre in azienda le competenze manageriali che mancano, acquisendole dall’esterno e portando avanti un processo culturale che le faccia diventare patrimonio di tutta l’azienda e non confinate solo a sé stesso e a chi le ha portate.

La soluzione è semplice

È quindi necessario che la individuazione di quanto serve venga fatta coinvolgendo professionisti del management preparati, che offrano una visione oggettiva globale, indipendente da consuetudini e quotidianità.

Le PMI familiari, grande patrimonio della nostra economica, devono essere consapevoli che bisogna convivere con il cambiamento perché il mondo cambia e anche molto rapidamente e il non allinearsi con tempestività mette a repentaglio la vita stessa dell’azienda, soprattutto in occasione di passaggi generazionali non gestiti: questo rischio trova riscontro in numerose indagini che dicono che solo 1 su 3 aziende sopravvive a tale fase.